La birra Lager è una birra a bassa fermentazione poiché i lieviti utilizzati lavorano meglio a temperature basse, intorno ai 10°C. Nel corso della processo, i lieviti si depositano sulla parte bassa del tino, portando con sè buona parte delle impurità. Il risultato è una birra chiara, limpida e dal sapore fresco, non troppo intenso.

Lo stile di birrificazione Lager è oggi il più diffuso al mondo, visto che più del 70% delle birre in commercio sono di questo tipo. Nonostante questo non utilizza i lieviti più antichi e tradizionali, si tratta quindi di una sorta di rivoluzione nel mondo dei birrifici, avvenuta intorno al 1500, che però ha cominciato a riscuotere ampi successi nel corso del 1800.

Le origini della birra Lager

Un tempo la gran parte delle birre, utilizzavano lo stile Ale, ossia ad alta fermentazione. Il lievito più utilizzato era Saccaromyces cerevisiae, che aveva il suo picco di fermentazione a temperature medio alte, tra i 18 e i 25°C. Ancora oggi molti birrifici producono birre Ale, anche se la principale problematica di queste bevande sta nel rischio che si rovinino giungendo a temperature eccessivamente basse, inferiori ai 15°C.

Anticamente quindi la birra si preparava soprattutto durante la bella stagione, per evitare di ottenere bevande dal gusto bizzarro, o addirittura di dover gettare l’intera produzione a causa del freddo. Per evitare però che la fermentazione fosse rovinata anche dal caldo si cominciò a stoccare i tini in luoghi freschi, ad esempio grotte o cantine. E’ così che nasce la Lager, che deriva proprio dal termine tedesco che significa immagazzinare, lagerung.

Infatti nelle birre tenute al freddo avveniva una parziale selezione dei lieviti e, con il passare dei decenni, quelli a bassa fermentazione cominciarono a diffondersi in modo sempre maggiore. Inizialmente i luoghi in cui le birre Lager presero maggiormente piede furono la Germania e l’Austria, ancora oggi patria di alcune tra le Lager più famose.

Birra Lager, una nuova birra

La nuova birra non ebbe subito un successo molto ampio di pubblico, soprattutto per il fatto che aveva un grado alcoolico non eccessivo e il gusto non era particolarmente intenso.

Le prime Lager non erano chiare come quelle di oggi, perché in buona parte dei birrifici si utilizzava, per l’aromatizzazione e la conservazione della birra, il luppolo tostato, cosa che conferiva alla bevanda un colore molto più scuro di quello ottenibile oggi.

Solo con il passare del tempo le Lager cominciarono a prendere piede, sia quelle chiare, come ad esempio la classica birra che si serve alla rinomata Oktoberfest, o le rinomatissime Pils, sia quelle scure, come la Dunkel o la Doppel.

La ricetta della birra Lager

La classica ricetta della birra Lager comprende l’utilizzo di una predominante parte di orzo maltato, tostato o non tostato, cui si aggiunge una quantità non troppo generosa di luppolo dopo l’estrazione degli zuccheri, che conferisce alla bevanda il classico aroma, leggermente amarognolo al retrogusto.

Alcune ricette di birra Lager comprendono anche minime parti di cereali non maltati, come ad esempio il frumento, mais, segale, avena oppure orzo. Il risultato è la possibilità di ottenere un’enorme quantità di birre Lager di tipo diverso.

Si tratta infatti di uno degli stili birricoli più diffusi e di maggior successo, soprattutto a partire dalla fine dell’800, per arrivare sino ai giorni nostri. Tra le più diffuse troviamo sicuramente le Lager Pils, con sapore poco complesso e utilizzo prevalente di orzo maltato e dosi contenute di luppolo.

Il gusto della Lager

Il sapore di una birra Lager non è eccessivamente marcato, si tratta infatti di una bevanda abbastanza leggera, che ha un leggero retrogusto amarognolo, ma senza la presenza di un aroma eccessivamente persistente.

Le Lager si bevono al meglio se portate a bassa temperatura: intorno ai classici 4°C. In commercio comunque esistono moltissime tipologie, tuttavia i veri intenditori prediligono la classica Lager bionda, la tipica birra chiara che si trova in un qualsiasi bar italiano o tedesco.